I fari che girano insieme al volante? Oggi sembra una cosa semplicissima, ma 50 anni fa era assolutamente rivoluzionaria. E chi meglio della mitica DS poteva guardare oltre?La DS fu un’icona non solo dal punto di vista estetico ma anche e soprattutto dal punto di vista dei contenuti. Le idee migliori, su una vettura di serie, quasi sempre, le sfornava lei. Dall’aerodinamica alle sospensioni idropneumatiche, dai motori potenti alle trasmissioni meccaniche che anticipavano quelle automatiche fino ai fari orientabili in funzione della posizione del volante. Oggi, intorno all’illuminazione di una vettura c’è tantissima tecnologia ma mezzo secolo fa, “lavorare sui fari” era al limite dell’anacronistico.
Ci pensò un certo Paul Magès, classe 1908, a dare una “visione diversa”: dopo aver frequentato una scuola tecnica, a 17 anni era già un fenomeno e lavorava in fabbrica come semplice disegnatore.
Negli anni Sessanta gli viene affidato il compito, assieme ad un team scelto da lui in persona, di sviluppare il design e la tecnica della DS. In particolare a Magès fu affidato il compito di studiare un sistema per orientare i fari della vettura in funzione della posizione del volante.
La storia vuole che, quando il suo progetto era già a buon punto, una nota marca di fari per automobile lo invitasse all’autodromo di Montlhéry per sottoporgli un sistema di fari girevoli basato sull’uso di una sofisticata, costosa, ingombrante elettronica.
Al termine della dimostrazione Paul Magès volle mostrare il proprio impianto. A motore spento ruotò semplicemente il volante della DS21 con cui era arrivato a Montlhéry ed i fari interni girarono assieme alle ruote per offrire al conducente una maggiore illuminazione nelle manovre di svolta compiute al buio.
Sorpresi da quanto avevano assistito, i tecnici della nota marca di fari per automobile gli chiesero come avesse fatto ad ottenere una risposta così precisa ed immediata alla rotazione del volante, per di più a motore spento. “Con delle semplici corde da pianoforte”, fu la risposta.
Già, perché il cuore del “sistema Magès” erano delle semplicissime, economiche corde da pianoforte: due corde comandavano i fari a correzione dinamica collegati alle barre antirollio dell’auto, altre corde, collegate alla scatola guida, orientavano la posizione dei fari a comando direzionale.